Officina Educativa, insieme alla Cooperativa Csapsa 2, offre agli/alle adolescenti che frequentano il Centro Anni Verdi (CAV) del quartiere Barca di Bologna un percorso di arteterapia, realizzato con i fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese ottopermillevaldese.org ( finanziatrice di progetti per la comunità, per il benessere psico-fisico della persona e tanto altro ancora).
I cambiamenti dell’adolescenza
La parola adolescenza evoca indubbiamente pensieri come trasformazione, cambiamento, inquietudine, passaggio. In questa fase di vita, l’adolescente è impegnato in un processo di separazione-individuazione dai riferimenti affettivi del passato e, allo stesso tempo avvia in maniera consapevole quel tragitto di soggettivazione che implica l’esperienza di risimbolizzare ciò che ha ereditato negli affetti, nei valori e nei vissuti tramandati di generazione in generazione.
Questo processo lo spinge a dover reinventare aspetti tradizionali relativi alle proprie origini e dare nuovi significati ai valori della differente società in cui è inserito. Se pensiamo ad un adolescente di origine straniera, la complessità è dovuta anche dall’essere ogni giorno esposto all’esperienza del qui e ora, che lo obbliga ad affrontare il conflitto culturale per trovare una sua collocazione identitaria. (G. Ranchetti, Il percorso identitario degli adolescenti di origine straniera)
L’adolescenza è indubbiamente un periodo della vita ricco di cambiamenti e possibilità ma è anche quella fase in cui pericoli e criticità aleggiano in agguato dietro l’angolo. Basti pensare alla rapidità con cui si chiede loro di affrontare quei compiti evolutivi legati all’identità, alla socializzazione, all’autostima e all’acquisizione di valori e obiettivi.
In questa fase evolutiva, quindi, l’adolescente deve integrarsi con un nuovo Io, deve dire addio al sé bambino e accogliere e riconoscere un nuovo sé, un nuovo corpo e, rispondere alle richieste che la società pone.
Perché si abbia una buona riuscita di integrazione psichica e sociale nell’adolescente devono coesistere quelle condizioni d’integrazione che Winnicott attribuisce al “lavoro” della madre sufficientemente buona, che porta attraverso la sua capacità di holding mentale del bambino, allo sviluppo di un Io integrato. Grazie a questa madre sufficientemente buona, col crescere si è in grado di percepire la propria integrità negli stati di conflitto, dolore e solitudine.
Il progetto
Si è pensato di proporre un percorso di arteterapia proprio per la valenza di tale intervento: arte come terapia con un clima di non giudizio. È un aspetto fondamentale del percorso, efficace nel promuovere libertà e autenticità espressiva, così come nel contrastare eventuali vissuti di inadeguatezza e frustrazione.
Il processo creativo stimolato dai materiali artistici è occasione per attivare le proprie risorse personali, sperimentare a livello simbolico diverse modalità di funzionamento e acquisire maggior consapevolezza di sé.
L’atelier, quindi, diventa quello spazio di libertà espressiva che attraverso la sua funzione di holding, contiene e protegge l’esperienza emotiva vissuta al suo interno.
Il progetto, che si svolge settimanalmente con due incontri, è iniziato il 20 ottobre 2022 e si concluderà a fine marzo 2023. Al progetto partecipano 39 ragazze/i tra 11 e 16 anni, divisi in due gruppi per fascia di età.
Progetto realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese