Un albo a settimana per ogni mese
Cosa meglio di un albo illustrato può spiegare ai bambini e alle bambine temi che, per la loro delicatezza, sono di difficile comprensione?
Associazione Officina Educativa dedicherà ogni mese a un tema diverso. Proporrà un albo illustrato a settimana che aiuti i bambini e le bambine, con i loro genitori, a riflettere sul tema scelto.
Un albo è uno strumento ideale, in cui immagini e testo costituiscono una doppia narrazione che si intreccia e si snoda accompagnando il bambino e la bambina in un viaggio che può percorrere in compagnia di un adulto, dei coetanei o da solo, alla scoperta di sé e delle numerose emozioni e situazioni che incontrerà nella lunga strada della crescita.
Gennaio: la guerra e l’immigrazione
Settimana 1: Il giorno che venne la guerra
“Il giorno che venne la guerra” è un albo che racconta di come la vita di una bambina venga sconvolta dall’arrivo della guerra.
In una mattina come tante, una ragazzina fa colazione con la sua famiglia. I fiori fanno capolino dal davanzale, il papà canta la ninna nanna al fratellino e la mamma la accompagna a scuola. Quella mattina la ragazzina scopre cosa sono i vulcani e siede contenta al proprio banco, circondata dai suoi compagni di classe.
Poi, dopo pranzo, tutto cambia: fuoco, fumo, esplosioni trasformano la città e la vita della bambina.
Da quel momento la piccola protagonista attraversa un calvario a cui assistiamo quotidianamente per mezzo dei media: le case sventrate, le persone spaventate e sfinite, la fuga di chi non ha più la forza di restare in un paese dove non si può più vivere. La ragazzina, di cui non conosciamo il nome, una dei tanti minori in fuga, inizia così un lungo viaggio attraverso campi, strade e montagne, salendo su camion e attraversando mari pericolosi, nella pioggia e nel freddo.
La bambina riesce a raggiungere un luogo lontano dal conflitto, ma la guerra ormai si è impossessata di lei e ha lasciato segni indelebili nel suo cuore.
La piccola fa di tutto per scrollarsi di dosso il dolore e la paura, ma è proprio il paese in cui spera di aver trovato la salvezza e la speranza di poter ricominciare che le volta le spalle e le fa conoscere una guerra diversa, fatta di diffidenza, rifiuto ed esclusione.
Sarà un altro bambino, attraverso un atto di apertura e gentilezza, ad aiutare la ragazzina a scacciare i ricordi devastanti di ciò che ha vissuto e a insegnare il valore dell’accoglienza per dare la speranza in un futuro migliore.
Le illustrazioni sono caratterizzate da personaggi disegnati con un tratto infantile, mentre le scene di distruzione, fuga e solitudine sono ben rappresentate da sfondi grigi e polverosi di grafite e da cieli tinti di rosa per le fiamme che devastano la città.
Il viaggio della bambina si svolge in una sequenza di strisce che trasmettono il senso di un percorso lungo e stancante, intriso di paura e sfinimento.
“Il giorno che venne la guerra” è un albo adatto a tutte le età: le immagini suscitano facilmente empatia nei più piccoli e la storia porta i più grandi a prendere coscienza non solo di cosa significhi trovarsi ad affrontare situazioni estreme per raggiungere un posto sicuro, ma anche di quanto sia fondamentale tendere la mano a chi chiede disperatamente aiuto.
Settimana 2: Papà non ha più paura degli Stranieri (grazie a me) (Rafik Schami, Ole Könnecke), Beisler editore.
In questo albo la voce narrante è quella di Rebecca, una bambina che inizia il racconto descrivendo quanto sia fantastico il suo papà: è alto, forte, paziente, coraggioso, un comico nato e un abile prestigiatore. Il suo eroe, come lo definisce in un’unica parola la ragazzina.
Questo papà così perfetto nasconde però un segreto: è terrorizzato dagli stranieri, soprattutto quelli con la pelle nera. Alla figlia non l’ha mai detto, ma lei l’ha capito da come si comporta ogni volta che incrocia una persona di colore. Quando Rebecca gli domanda perché i neri gli facciano così tanta paura, l’uomo inizia ad elencare una serie di stereotipi che caratterizzano, dal suo punto di vista, le persone di colore.
La bambina rimane stupita e, di fronte alle parole del padre, resta in silenzio.
Sarà grazie all’invito alla festa di compleanno da parte di Banja, la sua migliore amica tanzaniana, che la giovane protagonista troverà il modo di aiutare il suo papà a superare la paura nei confronti dei neri.
“Papà non ha più paura degli stranieri (grazie a me” è un albo che insegna ai bambini quanto la paura possa essere facilmente suscitata da ciò che non si conosce. I bambini di oggi sono abituati a condividere la loro quotidianità con coetanei proveniente da diverse parti del mondo e per loro non esistono differenze. In questo albo emerge come la diffidenza verso lo straniero sia una disposizione d’animo che caratterizza soprattutto l’adulto, più incline a farsi ingannare da false credenze e a ragionare per cliché.
Questa lettura istruisce i bambini ad insegnare agli adulti che il modo migliore, per evitare di inciampare in banali luoghi comuni e farsi prendere da paure ingiustificate, è cercare di conoscere da vicino chi ha culture e usanze diverse dalle nostre.
Gran parte delle illustrazioni sono caratterizzate da dettagli su sfondo bianco, che descrivono bene tutte le fasi del racconto. Molto efficace è la parte in cui il padre elenca le caratteristiche da lui attribuite alle persone di colore e che lo spaventano: ogni frase pronunciata dall’uomo è accompagnata da un’illustrazione che dimostra quanto le convinzioni del padre siano del tutto infondate.